I limiti della potenza by Lorenzo Zambernardi

I limiti della potenza by Lorenzo Zambernardi

autore:Lorenzo, Zambernardi [Zambernardi, Lorenzo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Politica, Il Mulino/Ricerca
ISBN: 9788815144744
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2010-10-14T22:00:00+00:00


3. Pluralismo morale

Fin qui si è inteso mostrare come, per Morgenthau, etica e politica non fossero due sfere separate e come l’etica politica inevitabilmente fosse l’etica del male. Lo scopo era quello di fornire una immagine più complessa della visione di questo autore e di sottolineare come egli non sia il tradizionale pensatore realista disinteressato a questioni di carattere morale. Ora, invece, si volgerà l’attenzione al ruolo che le considerazioni di carattere etico svolgono in politica, centrali per comprendere i contenuti e gli obiettivi della sua teoria della politica internazionale.

Come abbiamo avuto modo di dire, da un lato Morgenthau distingue la sua posizione dal «relativismo totalitaristico» di Carr, e, dall’altro lato, si allontana dall’orientamento scientistico tipico delle diverse etiche consequenzialiste. Una volta riconosciuta l’impossibilità di fondare una gerarchia di valori e una volta riconosciuta l’impossibilità pratica dell’etica razionalista, Morgenthau deve «riempire» di contenuto le proprie considerazioni di carattere etico. Il problema non è tanto sostenere che criteri morali con cui la politica debba essere costantemente giudicata esistano, ma piuttosto definire il contenuto di tali precetti. E, in effetti, riconoscere che l’etica politica è l’etica del male non significa appiattirsi su una posizione nichilista per cui nelle questioni morali «qualsiasi cosa va bene».

Nei suoi scritti Morgenthau ha più volte parlato dell’esistenza di valori morali trascendenti, senza però arrivare ad una precisa e dettagliata definizione del loro contenuto, tanto da suggerire, a chi volesse esprimere un giudizio radicalmente negativo sulla sua opera, che il nostro autore sia irrimediabilmente contraddittorio nei suoi enunciati e dunque una sorta di sofista che prima proclama e poi nasconde le sue tesi. Da un lato, infatti, Morgenthau fa certamente parte di quella che il filosofo francese Paul Ricoeur ha chiamato la «scuola del sospetto»[86], cioè di quei pensatori che intendono andare oltre all’apparenza della realtà sociale allo scopo di ricercare le cause profonde che stanno alla base delle trasfigurazioni morali della politica: prova ne è il «quinto principio del realismo», secondo cui le nazioni tendono a rappresentare le proprie aspirazioni particolari come fini morali universali[87]. Dall’altro lato, egli è consapevole dei pericoli cui tale punto di partenza, essenzialmente relativista, può condurre. In un modo simile a quanto si è visto per le questioni epistemologiche, Morgenthau sembra ancora intrappolato nel dilemma tra l’affermazione di valori morali assoluti e l’impossibilità di una loro chiara e trasparente definizione. Un tema a cui egli rimarrà fedele nell’arco della sua intera vita intellettuale, come è dimostrato dai testi delle lezioni su Aristotele tenute dal 1970 al 1972 alla New School di New York, che hanno trovato oggi finalmente pubblicazione[88]. Anche su questa questione pare sia necessario un ulteriore sforzo ermeneutico al fine di proporre una complessa ma feconda sintesi di quelle che potrebbero apparire altrimenti argomentazioni contraddittorie.

Morgenthau sostiene che il contenuto della morale appartiene a un altro mondo e che nessuno è in grado di conoscere con assoluta certezza che cosa sia giusto e ingiusto: l’etica non è costitutiva della natura umana, ma è una serie di comandi trascendenti che gli uomini non sono in grado di riconoscere pienamente.



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